MARDIN: LA CITTÀ DEL SOLE
Mardin, la città di origine di Eda Yldiz nella serie Sen Çal Kapımı ( Love is in the air) è una bellissima città, di circa 90000 abitanti, situata nel sud-est dell'Anatolia, vicino al confine con la Siria e l'Iraq. Caratterizzata da un'architettura araba, le sue case color miele sono costruite su i pendii di una collina che domina la pianura della Mesopotamia tra i fiumi Tigri ed Eufrate.
La caratteristica principale di questa città sono proprio le case che, costruite in pietra calcarea gialla, non solo hanno un buon isolamento termico che le rende calde d'inverno e fresche d'estate, ma essendo costruite su una collina nessuna fa ombra all'altra e quando la luce del sole si riflette sui muri la città sembra tutta gialla ed è per questo che viene chiamata LA CITTÀ DEL SOLE.
Per la sua posizione strategica e trovandosi lungo la via della seta, Mardin è stata punto di incontro di diverse culture e ancora oggi qui convivono pacificamente cristiani cattolici, ortodossi e musulmani e i campanili delle chiese di epoca bizantina svettano tra le case insieme ai minareti delle moschee.
Gironzolando tra i vicoli colore ambra, ci si può imbattere facilmente in alcune rappresentazioni che ritraggono una figura metà donna e metà serpente.
Questa è Şahmeran, la principessa dei serpenti, la cui storia resiste al passare inesorabile del tempo tant'è che la sua immagine viene ancora oggi appesa dietro le porte delle stanze delle ragazze come segno di buon auspicio.
LA LEGGENDA DI ŞAHMERAN
Un giorno, un ragazzo di nome Tahmasp stava raccogliendo della legna con degli amici, nel bosco del Tauro. Ad un tratto i ragazzi notarono una grotta da cui fuoriusciva del miele e dissero a Tahmasp di entrare a raccoglierlo. Il ragazzo andò, ma entrando cadde in un pozzo che si trovava nei pressi dell'entrata; gli amici invece di aiutarlo, lo lasciarono lì e andarono a raccogliere il miele.
Tahmasp, capendo di essere stato abbandonato al suo destino, iniziò a guardarsi intorno e nel pozzo notò un passaggio segreto, vi entrò e si ritrovò in un bellissimo giardino con corsi d'acqua, piante rigogliose e fiori profumatissimi e popolato da tantissimi serpenti. Tra di essa spiccava una creatura affascinante per forma e beltà: era Şahmeran la loro pricipessa.
Tahmasp quando la vide, con la pelle colore del latte e i capelli e gli occhi neri come l'ebano, rimase abbagliato dalla sua bellezza e se ne innamorò perdutamente. I due vissero felici per molto tempo nel regno dei serpenti e la bella principessa gli insegnò tutti i segreti delle erbe medicinali e i loro poteri curativi e come segno del suo amore gli donò alcune squame del suo corpo da portare sulla schiena. Tuttavia dopo un po' Tahmasp iniziò a sentire la nostalgia della sua famiglia e così Şhameran, se pur con il cuore colmo di tristezza, lo lasciò andare, ma si fece promettere di non rivelare mai il luogo in cui si trovava il regno dei serpenti.
Tahmasp tornò così alla sua vita, ma un giorno giunse la notizia che il sultano non stava bene e i suoi servitori dissero che l'unico modo per farlo guarire era che si doveva cibare della carne di Şhameran. Iniziarono così a cercare a chiedere informazioni tra il popolo per scoprire dove si trovasse il nascondiglio della principessa, ma nessuno oltre Tahmasp ne era a conoscenza. Il giovane non disse nulla, ma proprio in quei giorni si recò all'hammam, dimenticandosi delle squame che portava sul dorso. Appena i soldati lo videro, lo catturarono e lo portarono dai servitori del sultano che iniziarono a torturarlo per estorcergli la verità. Non riuscendo più a sopportare le torture il ragazzo confesso e subito capì che i perfidi servitori non cercavano un rimedio per la salute del sultano, ma volevano mangiare loro stessi la carne della principessa bramosi di conoscere i segreti del mondo.
Purtroppo era troppo tardi e Şahmeran fu catturata, ma prima di essere uccisa sotto gli occhi inermi del suo amore disse: " Chi mangerà la carne della mia coda conoscerà tutti i segreti del mondo, ma chi mangerà la carne della mia testa morirà all'istante".
Şhameran morì e subito i perfidi servitori di fiondarono per cibarsi di un pezzo di carne della sua coda, mente Tahmasp, in preda al dolore per la morte della sua amata, corse a mangiare un pezzo della testa così da trovare anch'egli la morte, ma Şahmeran aveva previsto tutto e fu così che i servitori morirono, mentre Tahmasp acquisì la conoscenza dei segreti del mondo e della scienza.
Questa struggente storia d'amore che affonda le sue origini nell'antica cultura persiana, a Mardin è tenuta in vita anche dalla maestria degli artigiani che riproducono l'immagine della principessa dei serpenti come simbolo ben augurale.
CURIOSITÀ SU MARDIN
La zona del sud - est della Turchia è famosa per la presenza di alberi di pistacchio.
E' proprio con questo frutto, insieme all'olio EVO, che a Mardin si produce un particolare sapone dalle proprietà benefiche noto proprio come SAPONE MARDIN.
Questo sapone ha spiccate proprietà antibatteriche, antiossidanti e rigeneranti sulle cellule dell’epidermide.
Il basso contenuto di soda caustica lo rende un detergente molto delicato, indicato anche per chi ha una pelle sensibile.
Il pistacchio selvatico e l'olio EVO lo rendono fresco e gli conferiscono un colore verde molto rilassante.
In Anatolia il sapone Mardin è molto utilizzato per lavare i capelli, infatti idrata e protegge il cuoio capelluto, rendendo la chioma morbida e prevenendo la formazione della forfora.